La reputazione online: come gestirla sui motori di ricerca?

Ti sei mai chiesto cosa si dice di te o della tua azienda in rete? Se la risposta è negativa, allora è giunto il momento di interrogare il web, o di aggiornare le informazioni disponibili nel web.

online reputation - seociologist.com

L’analisi della propria reputazione online, il monitoraggio di ciò viene detto su un brand (personale o aziendale che sia) è divenuta di fondamentale importanza: ormai la nostra identità non è più costituita solo ed esclusivamente da ciò che desideriamo comunicare e che traspare da ciascun singolo post o commento lasciato sui blog o sui social network (David Meerman Scott afferma “Sul web, sei ciò che pubblichi”, ma occorre prestare attenzione anche a ciò che le altre persone pubblicano su di noi, i loro commenti e impressioni, perché la propria reputazione online è costituita da queste sfaccettature, da un insieme sinergico di ciò che siamo e di come gli altri, invece, ci percepiscono.
E’ per questo motivo che la reputazione online, da un lato va costruita e pianificata accuratamente e, dall’altro, va monitorata e tenuta sotto controllo, per poter reagire in tempo reale agli ostacoli che potrebbero frapporsi ad uno suo sviluppo armonico. Questo perché un commento negativo potrebbe avere degli effetti devastanti sia nel caso in cui si tratti di un’azienda, che nel caso di una persona, per quanto pubblica possa essere la sua immagine. Ad esempio, se foste un potenziale cliente che leggesse commenti negativi su un’azienda, su un prodotto, oppure su una struttura commerciale, o un servizio, vi rivolgereste in ogni caso a quell’azienda, oppure, nel dubbio, cerchereste un altro fornitore di cui avete letto solo commenti positivi? E ancora. Si pensi ad un cacciatore di teste, che, come accade sempre più frequentemente, ricercasse il profilo di un possibile candidato in rete e leggesse dei commenti negativi: contatterebbe questo candidato potendo scegliere uno di cui si parlasse solo bene? Oppure si pensi alla reputazione di Bettina Wulff, l’ex First Lady tedesca, che ne è risultata macchiata da quando il suo nome è stato associato a termini come “escort” e “prostituzione”.

Cosa fare quindi?
Innanzi tutto occorre verificare quali siano le informazioni personali che circolano in rete. Circoscriviamo per il momento la nostra analisi al “brand personale” (ossia a noi stessi) e ai tre motori di ricerca principali, Google, Bing e Yahoo, tralasciando per ora i motori di ricerca italiani, quali Istella e Quag (il search social network), in quanto ancora in fase beta.
Digitiamo il nostro nome e cognome in ciascun motore di ricerca e analizziamo almeno la prima pagina dei risultati di tutti e tre i motori, poiché presentano risultati differenti.
Per quanto concerne Google, occorre compiere uno sforzo in più, verificando anche i suggerimenti spontanei di Google Instant, ossia quali parole Big G propone direttamente associate al brand ricercato, che derivano dalle query effettuate più frequentemente dagli utenti del web.

Google Instant

Come procedere poi?
Google stesso fornisce dei consigli al riguardo: innanzi tutto, suggerisce di creare un profilo su Google per gestire le informazioni personali (come biografia, contatti, link ad eventuali blog, profili ai social network, foto condivise su Picasa, ecc …) che vengono visualizzate dagli utenti.
Creato un account, si può fare richiesta a Google di ricevere una notifica quando vengono pubblicate delle informazioni online sul brand di interesse, come il nome o l’indirizzo mail. In questo caso, occorre avvalersi della funzione “Io Web” che si trova sotto “Accounts”.
Io sul web - Simona Tovaglieri

“Cerca il tuo nome” è la funzione che ti consente di visualizzare le informazioni a cui gli utenti accedono quando cercano informazioni su di te (a proposito: si rimane sbalorditi dalla quantità di risultati che girano su di sé in rete!).
Se si clicca su “Tieniti sempre aggiornato con gli avvisi web”, invece, si ricevono delle email quando vengono visualizzate nuove informazioni online su di sé con una frequenza scelta tra “occasionale”, “una volta al giorno” oppure “una volta a settimana”. Un aiuto simile viene fornito anche da Google Alert, che, rilevando contenuti relativi ai termini inseriti, avvisa mediante mail della pubblicazione di nuovi contenuti.

E se si rilevassero contenuti con accezione negativa, come si fa a rimuoverli da un sito o da una pagina?
Se sono stati fatti dei commenti negativi, come reclami da parte di clienti, allora Big G, come un vecchio saggio, suggerisce di rispondere al post del Cliente insoddisfatto e di invitare altri Clienti (naturalmente soddisfatti) a raccontare la loro esperienza.
Un’altra possibilità è quella di inoltrare richiesta al Webmaster (cioè a chi gestisce il sito), per chiedere la rimozione di questi contenuti. Naturalmente non è certo che un webmaster sia disposto a rimuovere i contenuti negativi.

Google, dal canto suo, difende i propri utenti, rimuovendo spontaneamente ciò che definisce spam, oppure pagine o siti che presentano:

  • dati personali (documenti personali, numero di conti correnti, numeri di carte di credito, immagini di firme, ecc…)
  • immagini e video con contenuti ritenuti offensivi (come dati personali e immagini di pornografia infantile; immagini cruente; con parole volgari, ecc …)
  • oppure per motivi legali.

Se invece si volessero rimuovere le parole che Google Autocomplete (ossia Google Instant) associa automaticamente ad un brand, la persona lesa ne può fare richiesta attraverso la compilazione di un modulo.

Infine, qualora i problemi rilevati nell’analisi del tuo brand non trovassero una debita soluzione tra queste indicazioni (sicuramente non sono esaustive, in quanto manca la ricerca sui social network) suggerirei di rivolgersi ad esperti che quotidianamente analizzano, vivisezionano, e (a volte) torturano i motori di ricerca e i social network, per carpirne i codici segreti e migliorare così la tua reputazione su Google e sui social media.

13 giugno 2013

3 thoughts on “La reputazione online: come gestirla sui motori di ricerca?

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